Concorso di progettazione Polo Scolastico Infanzia e Medie

Folignano (AP), Italia

2021


 
URBAN, LANDSCAPE, EDUCATION
FOLIGNANO (AP), ITALIA, 2021

Progettazione
: Valle 3.0 capogruppo; interAlia architects (Lucia Ferroglio; Vandini Pathak; Adalberto Puccetti; Maurizio Fimiani; Lorenzo Cortese Martinetti)

Architettura nel territorio

La piccola città di Villa Pigna, si adagia su un territorio collinare a valle del massiccio montuoso dei monti Gemelli e del Colle San Marco; una presenza amica, che si legge quasi con un senso di protezione.
Alla prima lettura del luogo l’elemento di qualità più evidente è la cospicua presenza del verde, che si insinua in morbidi cunei tra il tessuto della città, fino quasi a comprimere l’area di progetto su un terreno dall’altimetria molto mossa.

La stessa costituzione morfologica del territorio pone però due ordini di problemi: la difficoltà di connessione delle diverse quote e, per conseguenza, la mancanza di integrazione con il resto della città. L’isolamento sappiamo essere la principale fonte di degrado, sia dal punto di vista urbano che sociale.

La scelta di un progetto di suolo induce al disegno di un edificio con minimo impatto visivo, riuscendo ad evitare gerarchia e autoreferenzialità. Si è scelto come luogo dell’apprendimento e della crescita un’architettura che dialoghi con la natura piuttosto che ergersi con protagonismo, uno spazio dove ognuno deve sentirsi a proprio agio.

Il nuovo polo di formazione, ponendosi come progetto di suolo, valorizza la morfologia naturale del luogo, accompagnando le linee dei dislivelli esistenti, e con un’operazione di ricucitura favorisce il superamento di barriere fisiche e sociali. Gli spazi delle scuole sono al di sotto di un grande giardino terrazzato che attraverso l’uso di rampe mantiene connessione e continuità dei percorsi, riuscendo a raggiungere le diverse quote a cui la città si pone tutto intorno.

L’inserimento di spazi ad uso misto consente al nuovo polo di vivere anche in orari in cui la scuola è chiusa, andando a costituire un catalizzatore di vita e di flussi. L’accessibilità a tali attività integrate all’interno del sito è facilitata dalla stessa morfologia del progetto. Questa garantisce grande permeabilità dello spazio verde di copertura, concepito come un parco, che consente l’attraversamento e la fruizione dell’intero sito. L’auditorium è posto nell’area più prossima alla città, dove il suolo si solleva un poco per denunciare la presenza stessa del foyer aperto al pubblico. La scuola vi accede dall’interno dei suoi stessi locali, nei propri orari, ma il suo utilizzo è permesso anche alla città, che può accedervi dal lato a lei prospiciente, per attività ricreative o congressuali, durante il resto della giornata e della serata.

La conformazione del progetto e la sua capacità di connessione con il territorio lo rendono idoneo ad un eventuale utilizzo differente in un tempo futuro.

Una scuola nuova

Villa Pigna sorge in un contesto naturale di grande pregio, dove il territorio montuoso domina. È al confine con il Parco Nazionale del Gran Sasso, di cui fanno parte i Monti della Laga, che fanno da corona al territorio collinare di Villa Pigna. L’obiettivo che ci si pone è la valorizzazione del paesaggio e del territorio circostante attraverso l’architettura. Il programma funzionale è integrato all’interno di un percorso progettuale incentrato sulla sperimentazione geo-morfologica di un manufatto concepito come l’espressione di una voluta simbiosi tra cultura antropica, l’opera dell’uomo, e ambiente naturale.

La facciata è quindi distesa orizzontalmente sul pendio naturale, segnato da tre livelli di terrazze adibite a giardino. I materiali evocano con semplicità la tradizione locale esprimendo con continuità il tema della naturalità. Il disegno del suolo, che asseconda le altimetrie naturali, determina tre livelli che facilitano la distribuzione delle diverse funzioni previste dal programma, pur mantenendole in stretta connessione. In ogni livello di suolo trovano spazio, dunque, i diversi nuclei del polo scolastico, ognuno con il proprio spazio verde, su cui affacciano direttamente aule e spazio connettivo.

Il modello proposto vede l’ambiente dell’apprendimento come un’evoluzione dello schema classico della scuola come somma di aule. L’aula è un ambiente flessibile, che si dilata o riduce secondo moduli che le consentono di essere adibita ad attività differenziate. Dialoga direttamente con lo spazio verde su cui affaccia, ampliando le possibilità di apprendimento, e aprendosi al mondo esterno.

Il connettivo assume una connotazione prioritaria rispetto all’edilizia scolastica ‘classica’. Il progetto vede lo spazio connettivo non più solo come vestibolo di passaggio tra gli ambienti, ma come uno spazio capace di trasformarsi a seconda delle esigenze, di creare occasione di condivisione, di aggregazione. Sia aule che connettivo si affacciano sul verde attraverso uno spazio filtro protetto da una copertura aggettante e pavimentato in cemento colorato.

I tagli operati sulla superficie del terreno oltre a garantire illuminazione e ventilazione consentono a frammenti di verde di introdursi nello spazio interno, diventando parte integrante del materiale didattico, in forma di piccoli orti ad uso di ogni classe. Conoscere la modalità con cui la natura cresce, dà frutti e muore per poi rinnovarsi, assistendo in prima persona agli eventi, è una forma di apprendimento legato alla sperimentazione diretta, alla scoperta ed esplorazione del mondo.

Funzionalità flessibile e sostenibilità

Alcune scelte morfologiche di progetto collaborano alla soluzione di problemi di natura climatica. L’uso del suolo come copertura dell’edificio genera l’opportunità di utilizzare l’energia naturalmente prodotta dalla terra per coibentare gli spazi interni, riducendo l’utilizzo di altri dispositivi per il conseguimento delle condizioni climatiche ottimali.

I tagli sul terreno-copertura, compiuti secondo le linee altimetriche naturali, collaborano al raggiungimento del comfort termico interno: creano correnti ascensionali (effetto camino) espellendo l’aria calda quando aperti, durante la stagione calda, mentre mantengono il calore del sole quando chiusi, durante la stagione fredda. L’orientamento degli stessi tagli da Nord a Sud, in copertura, consentono inoltre una buona illuminazione degli spazi sottostanti garantendo luce naturale diffusa zenitale.

Le coperture in legno aggettanti, con l’aggiunta di brise soleil posti all’estremità, facilitano l’ombreggiatura delle facciate, evitando la luce diretta nelle aule, oltre che definire spazi di aggregazione aperti, ma coperti. Ai fini della sostenibilità ambientale il progetto ricorre inoltre a fonti energetiche rinnovabili, prevedendo l’inserimento di pannelli fotovoltaici sulla copertura della scuola elementare esistente. Il posizionamento delle eventuali batterie di accumulo è previsto ai piedi della scuola stessa nel locale tecnico interrato.  

Per ottimizzare la flessibilità e la funzionalità degli spazi, sono state introdotte soluzioni modulari degli spazi. L’aggregazione delle aule in un sistema a pettine consente di modularne aspetto e dimensione; possono infatti aggregarsi o separarsi attraverso l’uso di pannelli scorrevoli, capaci di totale isolamento acustico quando gli spazi aule lo richiedono.

I pannelli divisori sono pensati in modo che siano facilmente manovrabili all’interno dell’aula. Sono infatti molto leggeri, costituiti da un insieme di elementi scorrevoli grazie a guide e carrelli posizionati a soffitto. Ogni elemento è indipendente e scorrendo singolarmente, una volta posizionato, viene serrato manualmente. È costituito di un telaio in alluminio e acciaio e pannelli in mdf ignifugo, rivestiti con laminato colorato, e internamente contiene il pannello per l’isolamento acustico, realizzato con riciclati di alta qualità (fibra di poliestere e scarti tessili), completamente riciclabili e atossici.

È previsto il recupero delle acque piovane dalle superfici della copertura della scuola elementare e delle coperture in legno aggettanti, attraverso una canalizzazione che affianca i segni del terreno percorrendo il sito, e conduce l’acqua all’estremità nord-est del sito stesso. Lì, l’acqua scende creando una cascata in adiacenza al muro di sostegno che chiude il progetto verso la strada, per essere raccolta finalmente in una vasca a vista. La parete così investita dall’acqua e la stessa vasca di raccolta inducono anche qualità architettonica allo spazio del parcheggio, che li ospita. L’acqua così raccolta viene poi ridistribuita per il mantenimento del verde e per usi compatibili all’interno delle scuole (scarichi e caldaie).